L’autoefficacia (in inglese self-efficacy) è un costrutto che nasce grazie al dott. Albert Bandura (4 dicembre 1925), esperto di psicologia di origini canadesi operativo alla Stanford University e presidente della American Psychological Association.
Ha dedicato la vita allo studio dell’apprendimento sociale e in ambito Coaching è molto rinomato soprattutto per il contributo allo studio dell’autoefficacia. Di cosa si tratta?
Nel 2000 Bandura definisce l’autoefficacia come “le convinzioni riguardo le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre determinati risultati”.
Sono quindi le credenze di autoefficacia in ciò che puoi fare in varie condizioni con le capacità che hai.
Capisci bene che per il Coaching questo è particolarmente importante proprio perché tanto maggiore sarà l’autoefficacia percepita, tanto maggiori saranno gli obiettivi che la persona sceglierà e tanto più intensi saranno l’impegno e la perseveranza con cui li porterà a compimento (Albert Bandura, 1989, 2000).
Perché avere un alto senso di autoefficacia ti porta benefici? Grazie ad essa intervieni negli eventi della vita in maniera costruttiva, rimanendo protagonista delle situazioni. Questo è determinante per allontanare ansia, paura e depressione, a maggior ragione nelle nuove sfide a cui sei sottoposto ogni giorno.
Per dirla in altri termini con le parole di Bandura “le persone che arrivano all’età adulta con poche abilità e molti dubbi sulle proprie capacità ritengono che la vita adulta sia piena di aspetti avversivi, difficili e deprimenti”.
Allenando l’autoefficacia sarai maggiormente determinato, motivato e appassionato in ciò che ti poni come obiettivo da raggiungere, anche grazie ad un’alta resistenza allo stress fisico e mentale. Ne rimarranno condizionati i tuoi comportamenti, le tue prestazioni, il tuo modo di pensare e sperimentare le emozioni e gli stati d’animo.
Vorrai conoscerti sempre meglio, valorizzando le tue potenzialità e talenti, con l’abitudine di porti traguardi sfidanti che ti renderanno dinamico.
Vale la pena quindi approfondire questo concetto con l’idea di integrarlo e coltivarlo nella tua persona.
Autoefficacia: qual è la sua fonte
È utile capire da dove ha origine il tuo senso di autoefficacia. Secondo la teoria le cinque fonti dell’esperienza umana sono:
- le esperienze precedenti in cui hai raggiunto il successo. Tutti gli accadimenti e i vissuti affrontati con risultato creano in te una convinzione di potercela fare con le personali capacità, anche quando sei in presenza di sporadici insuccessi. Vivi il fallimento non come incapacità personale insuperabile ma come la necessità di impegnarti maggiormente nel compito e utilizzare strategie e tattiche diverse per raggiungere l’obiettivo. Fatalismo e vittimismo sono quindi atteggiamenti banditi da questo tipo di approccio in nome di una tua responsabilità personale che fa rima con protagonismo, anche nella sconfitta
- le esperienze vicarie. Sono quelle situazioni in cui hai avuto modo di osservare qualcuno portare a termine un progetto o un’azione con successo. Dei modelli insomma che ti trasferiscono capacità e conoscenze, anche attraverso l’incoraggiamento, e ti convincono della tua capacità di riuscire a fare altrettanto. È solitamente una persona a te affine per età, caratteristiche e attitudini di cui hai stima e per la quale hai una forma di attrazione per le competenze possedute. La potresti conoscere direttamente (un compagno di scuola, un amico del bar, un collega) o essere anche un personaggio a te estraneo (un professionista, un manager, un ricercatore, un politico,…). Come è quindi facilmente immaginabile avere al contrario un modello di inefficacia ti condiziona nelle aspettative che hai rispetto al non riuscire nel tuo intento
- la persuasione. Una persona a te vicina fisicamente ed emotivamente può persuaderti che puoi raggiungere il successo arrivando all’obiettivo. Più è credibile il persuasore e più è probabile che riesca nel suo intento, soprattutto se, come sostiene Bandura, c’è la spinta verso attività con un graduale rischio di fallimento. Chi persuade con efficacia lo farà valorizzando le tue abilità e la tua motivazione, ti ricorderà i successi già ottenuti e i potenziali risultati futuri, saprà anche criticare i tuoi difetti evitando esaltazioni e ottimismi irrealistici
- il controllo degli stati emotivi e fisiologici. Il tuo grado di autoefficacia condiziona anche la percezione di emozioni e fisicità. Più è alta la tua capacità e più considererai gli stati d’animo e le sensazioni corporee collegate come fattori positivi e di aiuto verso il successo. Di contro se c’è un basso senso di autoefficacia interpreterai la stessa esperienza come invalidante e controproducente. Per concludere ti sentirai più efficace se sarai in grado di controllare la tua emotività e le reazioni fisiche, considerandole alleate e mantenendoti calmo
- l’immaginazione. Visualizzare di trovarti in una determinata situazione mentre ti comporti efficacemente rafforza il tuo senso di autoefficacia. Purtroppo funziona anche al contrario nel caso in cui ti vedi fallire. La visualizzazione diventa un vero e proprio allenamento, praticabile ovunque, con la possibilità di creare processi per step con vari gradi di difficoltà per allenarti gradualmente anche nell’ottenere lo stato d’animo adatto all’obiettivo desiderato
Autoefficacia: i contesti in cui la sperimenti
Come hai letto l’efficacia personale è un’esperienza che puoi vivere praticamente ovunque, proprio perché ti metti in gioco in ogni contesto e in qualunque momento della tua quotidianità dove sei chiamato alla performance. Ad esempio:
- sul lavoro (nella relazione e comunicazione con i colleghi e i tuoi capi, nella tua resa sui risultati aziendali, nella gestione del tempo, nell’apprendimento di cose nuove, nella leadership,…)
- a scuola (nel metodo di studiare, di assimilare, di pensare, di esporre gli argomenti, di relazionarti con i compagni, nel comprendere le richieste dei docenti,…)
- in famiglia (nella gestione degli impegni quotidiani di casa, nella comunicazioni tra i componenti, nelle proprie abilità di gestire i conflitti, nella trasmissione di valori ai tuoi figli,…)
- nello sport e negli hobbies (nelle proprie abilità di gestire gli obiettivi di allenamento e di prestazione finale, superare i problemi, gli infortuni, le sconfitte,…)
- nel rapporto con te stesso (potremmo dire nel diventare coach di te stesso, quindi nella definizione dei propri obiettivi di vita a partire dalla consapevolezza di te stesso e delle tue risorse e convinzioni di autoefficacia, nel ragionare sulla tua felicità e su come raggiungerla,…)
Come può variare l’autoefficacia secondo Bandura
Bandura sostiene che il senso di efficacia varia sulla base di tre aspetti:
- il livello legato alla difficoltà dell’azione da portare a termine. Puoi ad esempio essere certo di saper nuotare in un mare calmo ma non in caso di vento e corrente
- la forza legata a quanto sei convinto di farcela, come nel caso di sapere se sei in grado di sollevare un peso importante in allenamento
- la generalizzazione che coinvolge o non coinvolge situazioni simili. Può capitarti infatti di sentirti efficace nel parlare davanti ad altre persone in alcuni ambienti e meno in altri contesti
Autoefficacia: la differenza dall’autostima
Potresti ad una prima lettura confondere il concetto di autoefficacia con quello di autostima. Devi sapere che si basano su due aspetti distinti della tua persona che si formano in modo completamente diverso anche se può accadere che nella vita quotidiana si sovrappongano nella sostanza.
L’autostima è legata al senso di autoapprovazione che hai mentre l’autoefficacia riguarda la tua considerazione e valutazione delle capacità personali.
Questo significa che è possibile avere un alto senso di efficacia in un aspetto della tua vita pur avendo bassa stima in te e viceversa. Vero è anche che questi due costrutti possono condizionarsi a vicenda facendo in modo che si valorizzino reciprocamente.
Autoefficacia e Coaching
Il Coaching è un metodo, quindi un procedimento messo in atto dal coach insieme a te per permetterti di raggiungere i tuoi obiettivi. Lo fa stimolando il tuo senso di responsabilità personale e consapevolezza.
Attraverso un corretto e personalizzato piano di azione sei portato a mettere in atto un comportamento che ti porti a raggiungere la meta che desideri. L’autoefficacia viene quindi alimentata con regolarità perché tu possa interiorizzare questa competenza facendo un vero e proprio “allenamento continuo” supervisionato dal coach.
Alle tue azioni seguono feedback regolari con i quali “impari ad imparare” e costruisci in te la convinzione di poter affrontare i compiti difficili che ti attribuisci, con buon senso, progressione e valorizzazione delle tue doti personali. Ecco perchè Autoefficacia e Coaching possono viaggiare su binari paralleli fianco a fianco.
Un piccolo test per riflettere sul tuo senso di autoefficacia
- ti senti capace di gestire le situazioni quotidiane?
- hai fiducia in te quando ti capitano dei momenti imprevisti?
- sai mantenere saldi i tuoi obiettivi per raggiungerli con determinazione?
- riesci a trovare strategie e tattiche per arrivare dove ti sei prefissato?
- come vivi le emozioni in condizione di stress?
Buon lavoro!!!
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